Alberto Natta

Alberto Natta
Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche
Institutional Partnership Advisor presso Save the Children
Copenaghen - Danimarca

Intervista aggiornata a gennaio 2023

 

"Pensa al lavoro che vorresti avere tra dieci anni e poi pianifica all’indietro quali esperienze dovrai fare per arrivare lì, definendo delle tappe intermedie. Sappi che non andrà esattamente come previsto, ma non perdere di vista né l’obiettivo né la rotta."

 

1) NOME - COGNOME

Alberto Natta

 

2) AZIENDA ATTUALE PRESSO CUI SEI IMPEGNATO, RUOLO E SEDE

Save the Children, Insitutional Partership Advisor, Copenaghen (Danimarca)

 

3) FORMAZIONE PRESSO L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE: LAUREA/MASTER/DOTTORATO

Laurea triennale e Laurea magistrale in Scienze internazionali e diplomatiche

 

4) IN CHE MODO IL TUO PERCORSO DI STUDI HA INFLUITO SULLE TUE SCELTE PROFESSIONALI?

Il percorso di studi molto orientato all’internazionalità mi ha aiutato a ‘conoscere il mondo prima che lo girassi’. Ciò è stato molto utile per comprendere quali questioni e quale aree geografiche mi sarebbe piaciuto appronfondire. A tal riguardo, i corsi di storia e cultura dei Paesi extra-europei e l’opportunità di studiare arabo sono stati fattori determinanti nella mia scelta di considerare una carriera per l’ONU in Medio Oriente.

 

5) IN COSA CONSISTE IL TUO LAVORO?

Il mio ruolo di Institutional Partnership Advisor ha come obiettivo principale quello di creare e rafforzare le relazioni di Save the Children con l’Unione Europea, e nello specifico con quei Dipartimenti Generali che si occupano di cooperazione allo sviluppo, assistenza umanitaria e politica estera. Analizzando come le priorità dell'UE si allineano con i programmi di Save the Children in Medio Oriente e in Est Europea, cerco di creare opportunità non solo per ottenere fondi dall'UE, ma anche per unire gli sforzi politici e di sensibilizzazione. Come saprete, Save the Children si occupa soprattutto di proteggere i bambini in zone colpite da crisi e conflitti, e di promuovere la loro educazione, sviluppo e partecipazione alla vita pubblica. 

Il lavoro richiede una forte capacità di costruire e mantenere relazioni istituzionali, di saper conciliare priorità politiche con opportunità programmatiche, e di conoscere a fondo il contesto dei Paesi in questione. L’avere in precedenza lavorato per una decina di anni per l’ONU in Medio Oriente, focalizzandomi in particolare sulla promozione della pace e dello sviluppo sostenibile, mi ha dato un’enorme opportunità di sviluppare queste e altre conoscenze.

 

6) PERCHÉ HAI DECISO DI CANDIDARTI PER L’AZIENDA/ENTE PER CUI LAVORI?

Diversificare le proprie esperienze e mettersi in gioco in nuovi settori è fondamentale per il proprio sviluppo professionale. Per quanto fosse interessante e motivante lavorare per l’ONU, ho ritenuto importante guardare al settore della cooperazione internazionale da una prospettiva diversa, quella delle organizzazioni non governative. Inoltre, dopo anni intensi e lontano dall’Europa e dalla famiglia, lo spostamento in Danimarca mi ha permesso di dare maggiore priorità alla sfera personale. Per chi come me ha studiato Scienze Internazionali e Diplomatiche, lavorare al servizio della pace e dello sviluppo è una passione che ho sempre seguito con entusiasmo e dedizione.

 

7) RITIENI DI ESSERE CRESCIUTO DAL PUNTO DI VISTA PROFESSIONALE? CHE COMPETENZE HAI ACQUISITO?

Sono certamente cresciuto dal punto di vista professionale, ma anche da quello personale. Con il tempo ho rafforzato la mia capacità di analisi e di critica, che sono fondamentali per leggere a fondo diversi contesti e circostanze, e soprattutto per proporre soluzioni nuove. Ho imparato a utilizzare le conoscenze multidisciplinari imparate all’università -come la storia, il diritto, l’economia, la sociologia, ecc.- come chiavi di lettura per ogni Paese e situazione in cui mi trovo, e di farlo in modo sempre più rapido.

Essendo sovente esposto a momenti di rischio o di stress, ho anche maturato la capacità di prendere decisioni in maniera molto più efficiente, a gestire le mie emozioni sotto pressione e a mantenere la calma e la lucidità anche nei momenti difficili. E questo si è anche rivelato molto ultile nella vita di tutti i giorni, anche in quella puramente personale.

 

8) COSA CONSIGLIERESTI A UN NEOLAUREATO?

Il mio consiglio è quello di iniziare a esplorare il mercato del lavoro tenendo ben a mente quali siano i propri interessi professionali e personali. Trovare un lavoro in un ambito che ci appassiona ci aiuta ad andare avanti con più determinazione e affrontare gli ostacoli con più forza. Tuttativa non è sempre facile -soprattutto all’inizio- trovare immediatamente il lavoro “ideale”, quindi è innanzitutto doveroso avere una buona dose di pazienza.

Allo stesso tempo, però, è giusto iniziare a maturare esperienza e quindi cogliere le opportunità che si presentano, cercando però di sfruttarle in modo che queste possano contribuire a farci crescere nella direzione che vogliamo e verso la carriera a cui ambiamo. Con gli anni le nostre preferenze si evolveranno, in base anche alle esperienze vissute e ai lavori svolti. A mio avviso è però importante avere sempre in mente un obiettivo di medio periodo che ci possa guidare nelle nostre scelte, insomma di porsi spesso la famosa domanda “dove ti vedi fra 5-10 anni?”.