Regolamento per l’utilizzo e la gestione dei dispositivi di protezione collettiva nei laboratori di ricerca e didattici dell’Ateneo

Art. 6 – Classificazione e tipologia dei dispositivi di protezione collettiva

1. Ai fini dell’attuazione del presente regolamento vengono identificati i seguenti DPC presenti nei laboratori dell’Università di Trieste:

a) cappa chimica: apparecchiatura di laboratorio che delimita un piano di lavoro all’interno del quale è possibile eseguire manipolazioni e trattamenti che generano una diffusione di vapori tossici, infiammabili o esplosivi con la sicurezza di esser protetti grazie al principio del contenimento, ovvero grazie all’aspirazione che preleva i vapori e li convoglia in ambiente esterno con la sicurezza che le sostanze presenti non escano frontalmente dalla cabina riducendo al minimo o annullandone la fuoriuscita;

b) cappa biologica (biohazard): apparecchiatura da laboratorio che delimita un’area di lavoro sicura per trattare ed analizzare i campioni biologici in totale sicurezza evitando la contaminazione dell’ambiente, dell’operatore e del campione da parte di agenti biologici;

c) armadio di sicurezza (con e senza ventilazione): dispositivo concepito per contenere, in totale sicurezza, tutte le sostanze nocive quali:

• prodotti infiammabili;

• prodotti cito tossici;

• prodotti radioattivi;

• prodotti corrosivi (acidi e basi);

d) aspiratori di fumi: sistemi di aspirazione, fissi o carrellati, che permettono di eliminare sostanze come fumi, gas, polveri e vapori tossici o nocivi dalle postazioni di lavoro, proteggendo gli operatori dall'esalazione di vapori tossici o nocivi;

 

2. Ogni singolo DPC è individuato e classificato, mediante un codice alfanumerico, che ne identifica, attraverso una mappatura dedicata, tutte le caratteristiche e la verifica degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria previsti dalla regolamentazione di settore.