Regolamento di organizzazione dell'Università degli Studi di Trieste

TITOLO I – PRINCIPI DI ORGANIZZAZIONE E CRITERI GENERALI

Regolamento di organizzazione dell'Università degli Studi di Trieste

Articolo 1 – Finalità

1.    Con il presente Regolamento l’Ateneo vuole perseguire in particolare le seguenti finalità:

a.   realizzare un assetto dei servizi funzionale alla attuazione degli obiettivi e dei programmi definiti dagli organi accademici;

b.   ottimizzare le prestazioni e i servizi nell’interesse della comunità universitaria;

c.   realizzare il migliore impiego e valorizzazione delle risorse umane;

d.   incentivare l’autonomo e responsabile esercizio delle funzioni di responsabilità della dirigenza e delle posizioni organizzative;

e.   accrescere l’efficienza e la qualità dell’organizzazione e la sua capacità di rispondere alle esigenze e ai bisogni della comunità universitaria;

f.    assicurare la economicità, la speditezza e la rispondenza al pubblico interesse dell’azione amministrativa;

g.   accrescere la capacità di innovazione e la competitività dell’organizzazione anche al fine di favorire l’integrazione con altre pubbliche istituzioni.

Regolamento di organizzazione dell'Università degli Studi di Trieste

Articolo 2 – Oggetto ed ambito di applicazione

1.    Il presente regolamento definisce le linee fondamentali in materia di organizzazione delle strutture di servizio amministrative e tecniche dell’Università degli Studi di Trieste.

2.    Il modello organizzativo generale delle strutture di servizio è descritto dal presente regolamento, che definisce le componenti della macrostruttura.

3.    Il presente regolamento detta anche le regole per la progettazione della microstruttura organizzativa di Ateneo.

4.    Gli atti organizzativi che individuano le strutture di servizio amministrative e tecniche di maggiore rilevanza e i modi di conferimento della loro titolarità sono adottati dal Consiglio di Amministrazione.

5.    Nell’ambito delle risorse programmate, degli indirizzi espressi dal Consiglio di Amministrazione e degli atti organizzativi di cui al precedente comma, gli atti di definizione della micro-struttura organizzativa e di gestione del personale sono adottati dal Direttore Generale, nell’ambito delle competenze di cui al D. Lgs. n. 165/2001, compresi i provvedimenti implicanti la revisione dell’assetto delle unità organizzative, la loro soppressione e il trasferimento di processi da un’unità all’altra, l’assegnazione di nuovi processi o la modifica di processi già assegnati.

Regolamento di organizzazione dell'Università degli Studi di Trieste

Articolo 3 – Principi generali

 1.    L’organizzazione dell’Ateneo è ispirata ai seguenti principi

a.   miglioramento continuo dell’efficienza ed efficacia dei processi produttivi

b.   flessibilità gestionale

c.   sviluppo armonico di tutte le competenze professionali del personale

d.   gestione autonoma e responsabile

e.   semplificazione  e ottimizzazione dei processi di lavoro

f.    trasversalità ed intersettorialità

g.   coinvolgimento e motivazione del personale

h.   riconoscimento e valorizzazione del merito

i.    sviluppo della qualità delle prestazioni e dei servizi nell’interesse degli stakeholders.

2.    L’Università degli Studi di Trieste garantisce gli istituti di partecipazione sindacale anche con riferimento agli atti interni di organizzazione aventi riflessi sul rapporto di lavoro, in armonia con la specifica disciplina prevista dai contratti collettivi nazionali di lavoro nel tempo vigenti.

Regolamento di organizzazione dell'Università degli Studi di Trieste

Articolo 4 – Criteri di organizzazione

1.    Le strutture di servizio dell’Ateneo di Trieste sono organizzate seguendo i seguenti criteri:

a. attuazione del principio della distinzione tra responsabilità politiche, di indirizzo e controllo degli organi di direzione politica e responsabilità gestionali della dirigenza;

b. valorizzazione delle funzioni di programmazione, coordinamento, indirizzo e controllo;

c. funzionalità rispetto ai programmi ed agli obiettivi, secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità; a tal fine, periodicamente e comunque contestualmente alla definizione dei programmi di gestione e dell’assegnazione delle risorse, si può procedere all’eventuale revisione dell’assetto organizzativo;

d. articolazione delle strutture per funzioni omogenee, distinguendo tra strutture permanenti e strutture temporanee, nonché tra strutture di line e strutture di staff;

e. semplificazione delle catene di comando, tendenziale superamento della gerarchia e decentramento delle decisioni, secondo i principi della direzione per obiettivi;

f. garanzia di trasparenza e di imparzialità e, per ciascun procedimento, attribuzione ad un’unica struttura della responsabilità complessiva dello stesso, nel rispetto della legge n. 241/1990;

g. responsabilità e collaborazione di tutto il personale per il risultato dell’attività lavorativa, anche attraverso il coinvolgimento, la motivazione e l’arricchimento dei ruoli;

h. formazione continua del personale e sviluppo delle competenze e delle conoscenze necessarie nei diversi ruoli organizzativi;

i. previsione di controlli interni, della qualità, della soddisfazione dell’utenza, dell’efficienza e della economicità.

2.    L’organizzazione viene sviluppata con l’obiettivo di rendere più efficace il collegamento “Amministrazione dei servizi- strutture accademiche”, di potenziare i servizi riorganizzandoli in modo integrato, garantendo livelli qualitativi omogenei, e di ottimizzare la gestione delle risorse umane, attraverso la valorizzazione e l’interscambiabilità delle professionalità presenti e un’adeguata distribuzione dei carichi di lavoro. L’obiettivo finale è pertanto quello di promuovere la cultura dei servizi e dei risultati d’insieme con riferimento alla cultura della qualità.